ritorni

Oggi siamo tornati a casa a Ferrara, dopo una settimana di campagna (e di scopone con i ragazzi: le due Eileen hanno perso anche la superfinale...), a Siena. Malgrado il ritardo della partenza e il ritardo dovuto al traffico intenso in autostrada (è iniziato il grande ritorno dalle ferie), ad attenderci c'erano Paco e Pepe, come speravamo. Hanno mangiato, e si sono sistemati in casa, come piace a loro.
Paco sulla sua poltrona e Pepe, per la prima volta, sul letto.
Ora le ferie sono davvero finite, per tutti. Ma il ritorno a casa non è poi tanto male...

ferragosto

Ieri, durante il viaggio, il signor Saìd ci ha spiegato che le palme da datteri sono o maschi o femmine e che i datteri dei maschi non sono buoni come quelli delle femmine. Eileen in cambio ha raccontato che nel nostro paese esistono degli alberi che si chiamano cipressi che anch'essi sono o maschi o femmine e che per stare bene devono vivere vicini. Il signor Saìd ha molto apprezzato l'informazione su questi strani alberi italiani. Peccato che la Tunisia ne sia abbastanza piena, anche nell'arte.
Oltre che in natura.



Oggi ultimi bagni all'Hotel Dar Saìd.



Da uno dei terrazzi del Café des dèlices si vede il marina dove siamo stati l'anno scorso: non il più grande, non il più efficiente, ma sicuramente il più bello per ambientazione.
 
Ora partiamo per l'aeroporto di Tunisi. Il blog si interrompe qui, in attesa di riprendere a settembre con la descrizione della traversata verso Trapani e delle avventure di un nuovo equipaggio (di veri uomini di mare, speriamo). Quando torneremo a essere di nuovo "egadiavela", insc'Alla...
Au revoir à tous.

14 agosto

Ieri, siamo tornati con il signor Saìd (taxi da 8 persone) a Sidi Bou Saìd in un bell'Hotel de charme che si chiama Dar Saìd. Io e Beda starnutiamo e ci soffiamo il naso di continuo. Non abbiamo fazzoletti e ci dividiamo con molta cura i pochi tovagliolini di carta che riusciamo a trovare. più tardi faremo una spedizione in farmacia.
Giulia e Davide sono in un altro piccolo albergo. Nessuno ha ancora avuto la forza di visitare Tunisi.

Abbiamo pranzato in una trattoria vicina all'albergo. Qui è comparso improvvisamente il cugino tunisino di Paco, Saìd.

Dev'essere stato Paco ad avvertirlo del nostro arrivo. Nei giorni scorsi, nei vari marina, spesso abbiamo visto orme sulla coperta della barca lasciate da gatti che ci visitavano durante la notte, per verificare che tutto andasse bene. Saìd dice che la sua è un'antica famiglia tunisina e che ha parenti in tutti i porti.

Dopo pranzo siamo andati a prendere un te coi pinoli al famoso Café des nattes. "Eccellente!" ha detto Beda. C'erano solo turisti.
Queste sono le famose stuoie stese sui sedili in pietra e sulle scale di accesso al bar più famoso della Tunisia.



Oggi è il compleanno di Giulia. Spesso l'abbiamo festeggiato in barca (la prima volta che Giulia è salita su Donna Rosa aveva 6 anni), nella cabina di prua c'è ancora un suo disegno con una rana che dice "dormi giulia".
non le abbiamo ancora fatto gli auguri. Eileen sta organizzando una sorpresa per la serata. con un pretesto nel pomeriggio li lasciamo e andiamo a comprare dei regalini: con qualche difficoltà perché i negozi sono quasi tutti chiusi (di sabato pmeriggio!): ancora qualcosa del Ramadam ci sfugge.
riusciamo alla fine a comprarle: un pacchetto di datteri, una bottiglia di olio di argan, un braccialetto smaltato, un paio di pantaloni da donna araba (alla turca, avrei detto ma non so se sia giusto), 3 cd di musica tunisina, un guanto per lavarsi all'ammam, e una tovaglia asciugamano per l'ammam e una scatola di henne. le abbiamo consegnato tutto in albergo, nel patio sulla piscina, quando non se l'aspettava. i bambini, io Eileen e Fabrizia, come 6 re magi.

Mentre cercavamo regali ci siamo imbattuti in un interessante negozio mezzo antiquario mezzo no. il padrone era molto gentile e ci ha spiegato i segreti dell'henne (ad esempio il guanto per la mano dove si è messo l'henne con cui le signore dormivano finché il colore faceva presa) e di altre cose. ho visto specie di pupi siciliani esposti. il signore mi ha dato un libro da sfogliare e mi ha spiegato che sì, deriva dai pupi siciliani, ma la tradizione del teatro di marionette tunisino ha suoi personaggi e storie autonome. ha raccontato che a Tunisi, quando lui era bambino, la sera in molti negozi si facevano le rappresentazioni dei pupi, in ambienti piccoli, con poche persone. se il pubblico era tutto tunisino, la storia e ra ribaltata rispetto a quelle siciliane, erano gli arabi ad uccidere tutti gli infedeli, se invece tra il pubblico c'erano anche italiani (ce n'erano molti, persino più dei francesi) le storie diventavano storie d'amore.

Giulia è andata in albergo a cambiarsi e indossare i pantaloni nuovi. poi siamo andati a cena. l'Amphitrite, giù alla spiaggia era chiuso, per fortuna eravamo andati in avanscoperta con un taxi. abbiamo ripiegato su un ristorante qui vicino che ha una bella terrazza su cui si mangia: cotolette d'agnello per 7, DAvide e Giulia couscous. cade qualche goccia di pioggia: il cielo è nuvolo e tira vento caldo da Sud fin dal mattino.

Dopo cena abbiamo giocato a scopone in 6 con due mazzi di carte (68 distribuite e 2 sul tavolo). Il nuovo gioco è divertente, anche se il conteggio di chi vince la primiera un po' complicato con 8 sette e 8 sei sul tavolo. è interessante perché si producono strane alleanze a coppie: faccio fare una scopa a te, così metto in difficoltà le due Eileen. Nonostante le alleanze trasversali le due Eileen hanno (finalmente) stravinto.

ieri e oggi

ieri ho fatto il tassista con il gommone. c'era ancora vento (caldo) e i ragazzi preferivano la spiaggia. li ho portati oltre il porto, alla spiaggia davanti all'hotel dei loro genitori e sono tornato. sono arrivati Davide e Giulia dal loro viaggio nel deserto, con dei regali carini (due cappelli di paglia per i ragazzi e una borsa di paglia per Eileen).

hanno scaricato gli zaini in barca e sono andati a pagare la loro auto a nolo. poi li ho portati alla spiaggia col gommone a salutare tutti prima della partena per Tunisi Sidi Bou Said (hotel Bou Fares). non c'era molta gente e la spiaggia era effettivamente molto invitante, con acqua trasparentissima. siamo tornati in gommone e dopo un'oretta sono tornato a prendere i bagnanti. alle due abbiamo mangiato tutti a bordo poi pennica separata.
il tappezziere è venuto più volte con suo figlio a verificare e sistemare il copriranda nuovo. gli ho fatto aggiungere un paio di clip. ha scherzato con i bambini facendo un gattino con un asciugamano. tutti erano divertiti tranne suo figlio Mohammed, sempre serissimo. quando gli ho chiesto di pagare mi ha presentato il conto di 908 dinari, esattamente quanto il preventivo di una settimana fa. Molto professionale.

in serata le ragazze sono tornate alla spiaggia a fare un bagno (mi sono rifiutato di accompagnarle in gommone) io Freddy e Beda abbiamo spostato la barca nel posto che ci avevano assegnato. siamo andatio prima a vedere lo stato dei corpi morti che era molto decente. ho chiesto a uno della capitameria se poteva aspettarci per prendere le cime. lui mi ha rassicurato ma quando siamo arrivati di poppa con manovra semi-perfetta, non c'era nessuno. ci ha aiutato il vicino. Beda e Freddy si affannavano a recuperare i corpi morti. Abbiamo leggermente sbattuto con la plancetta di poppa in banchina per via del vento, ma niente di grave (avrei dovuto dare un colpo di marcia avanti). poco prima, mentre giravamo in tondo nel porto, con Freddy al timone, e io predisponevo le cime e i parabordi, abbiamo fatto cadere in acqua un mezzomarinaio (prontamente recuperato) ma nessuno per fortuna ci ha visto.

La sera abbiamo mangiato al Marina, davanti al nuovo molo.
Aiden è crollato addormentato e abbiamo dovuto trascinarlo a peso in barca, con un passaggio pericoloso dalla banchina alla poppa perché non pesa pochissimo. alla fine ce l'abbiamo fatta ma nel passaggio si è svegliato e mentre lo facevo scendere verso il suo lettino, si è accorto di essere in barca e ha detto che lui questa sera avrebbe dormito solo dove c'era anche la sua mamma. così l'abbiamo di nuovo trasferito sul molo e se ne è andato in braccio in albergo, malgrado le mie lusinghe: è l'ultima notte, i tuoi fratelli stanno qui, ecc
Nella notte a me e a Beda (per gli sforzi  e le fatiche della giornata) è venuto il raffreddore. anche Giulia ha avuto un po' di febbre.

Questa mattina abbiamo pulito decentemente la barchetta e siamo partiti per un giorno di riposo a Sidi Bou Said.sono andato in capitaneria (due volte perché era chiuso: apertura in periodo di Ramadam ore 8, ma alle 8.30 non c'era nessuno) e alla polizia per informarli che partivamo, senza la barca e che saremmo tornati fra un mese.

Torneremo infatti a prendere la barchetta a settembre per riportarla in Italia. A Trapani, vento permettendo.
Oggi ho letto una mail nostalgica di Andrea (ci segue via blog e gli mancano i "ciapini" a bordo). mi ha fatto molto piacere.
Abbiamo salutato Donna Rosa che non è triste perché sa che saremmo qui presto per portarla in Italia.

12 agosto

oggi giornata tranquilla. i ragazzi sono andati in spiaggia. io ho spostato la barca, a mano, di una ventina di metri lungo il pontile perché è in arrivo una barca più grande. domani ci metterano nella banchina di fronte, col corpo morto.
poi ho fatto un bucato.
si è alzato un vento 3/4 da Sud Est.
Alcuni vicini ne approfittano per partire per il Nord.
Mangiamo a bordo, poi ognuno a dormire a casa sua.
alle 4 il tapezziere ci riporta la capottina con la nuova plastica trasparente (Pvc cristallo).
Ci assicura che entro domani ci consegnerà anche il copriranda nuovo.
Sono a scrivere in albergo dove l'equipaggio sguazza indecentemente in piscina.

Al Marina oggi il Wifi non funziona, qui sì.
Chissà se questa sera andremo finalmente a mangiare al Pirata, al vecchio porto, famoso per il pesce.
Domani ultimo giorno di mare. poi ci trasferiamo, senza barchetta, a Sidi Bou Said.
Giulia è stata nel deserto con Davide e altre persone raccolte per strada. ci rivedremo forse a Sidi Bou Said. oppure direttamente in aeroporto.

La sera andiamo a mangiare ancora a Dar Chatka (che abbiamo scoperto significa CAsa Orientale) ma prima riusciamo a visitare, nel deserto di Monastir al tramonto, il mausoleo della famiglia Bourghiba che sta in mezzo al cimitero di Monastir (che si affaccia sul mare vicino al Marina). Ci sono le tombe del Presidente Bourghiba, di sua moglie,  e dei suoi famigliari e anche lo spazio "pronto" ci dice il custode, per i famigliari francesi della moglie. Ci sono anche una specie di studio ricostruito e dei vestiti da cerimonia.




Dopo cena passiamo a fare una piccolissima spesa in un grande magazzino vicino al ristorante. il Magazzino è aperto fino a mezzanotte, anche se dentro non c'è nessuno. Non riusciamo bene a capire la logica degli orari del Ramadam.

11 agosto (primo giorno di Ramadam)

Aidan si è fatto vedere alle 7 già vestito e in piedi a girare per la barca. da quel momento non ha mai smesso di fare domande.
Le due Eileen sono andate a fare la spesa. Noi maschi al bar. quando sono arrivati gli altri ragazzi siamo andati alla capitaneria (poi polizia, poi dogana) a fare le pratiche per poter andare a fare il bagno. questa volta c'era anche da fare un cambio d'equipaggio e quindi la cosa è stata più lunga del solito.
Abbiamo pagato un mese di stazionamento della barchetta. e poi siamo andati alle isole Kuriat a fare il bagno e pranzare. la navigazione è stata a motore. il bollettino dava brezze leggere e mare calmo e così è stato.
il nuovo equipaggio ha reagito bene alla traversata.

Aidan si muove di continuo da una parte all'altra. non c'è verso di tenerlo fermo e seduto da qualche parte per più di 2 minuti. ma almeno si tiene stretto con le mani alle draglie.

ancoriamo in mezzo all'acqua trasparente a 4 metri di profondità.
subito un bagno. Aidan è il primo che si tuffa (con maschera e pinne)
dopo aver mangiato insalata, formaggio e oggi anche rigutta (ricotta) al miele, crolliamo addormentati. Alle 3 a bordo c'è grande silenzio. dorme anche Aidan.

C'è una leggera brezza che fa persino fresco a bordo.
Al risveglio un altro bagno e poi salpiamo l'ancora. proviamo a tornare col solo fiocco e la brezza al giardinetto, ma facciamo solo 3,5 nodi. dopo poco accendiamo il motore e raggiungiamo i 6. all'arrivo, con il sole basso, entriamo in porto con Freddy al timone. dobbiamo ripetere la manovra di affiancamento della banchina perché all'ultimo momento una folata di vento ci ha allontanato e ha impedito che Eileen grande con in mano la cima d'ormeggio di prua potesse esaltare sulla banchina con la sua consueta agilità. la seconda volta tutto è perfetto.

Ci diamo appuntamento per la cena alle 20.15 da Dar Chakra. Andiamo alle docce.
Il marina è deserto. i bar e i ristoranti sono tutti chiusi. quei pochi aperti hanno al massimo un paio di clienti occidentali. ci atteniamo alle regole che ci ha consigliato M. Soussi: non stare svestiti, non mangiare e non bere e non fumare di fronte ai musulmani.

Anche la città, quando la attraversiamo è deserta: passa solo qualche taxi.

Dar Chakra è aperto e ci fanno sedere subito ma ci saranno al massimo cinque persone oltre a noi. niente a che vedere con la ressa dell'altra sera.

mentre iniziamo a mangiare (ottime costolette d'agnello) il muezzin chiama alla preghiera dall'alto del minareto della vicina grande moschea.
è una preghiera molto lunga. dopo la preghiera qualcosa si anima nelle strade, ma poco. mentre torniamo a piedi al marina (con Aidan che dorme camminando) ci accorgiamo che la moschea è pienissima di uomini (maschi) che pregano nel cortile. Non ho il coraggio di entrare a fotografarli.
Ci fermiamo al bar a giocare. la televisione manda servizi che hanno a che fare col ramadan. Le coppie si sono ricomposte: Freddy dormirà con noi e Aidan in albergo.Un imam che parla. un reportage dall'interno delle case sul cibo che viene preparato dalle donne per la fine del digiuno. Si vedono, torte, focacce e dolci. poi un dibattito tra (ci sembra) 4 intellettuali la cui unica parola che comprendiamo è, appunto, Ramadam.
questa sera il suonatore di Oud elettronico è accompagnato da un giovane cantante che modula perfettamente la sua voce sulle note dello strumento. L'insieme non è male anche se dopo un'ora produce (almeno in me) una forte sonnolenza. Non capendo le parole (se non "abìb" amore) e seguendo poco le armonie, non si riesce ad ascoltare con continuità. anche se, i due suonano bene e in fondo il loro arpeggi, al nostro orecchio, assomigliano molto alle improvvisazioni gezzistiche. Non è un caso se ci sono dei complessi di musica magrebina molto famosi anche da noi.

la prima partita la vinciamo noi 24 a 9. poi abbiamo offerto una rivincita agli undici interrotta per sonno (mi sono perso 3 scope di seguito) sul punteggio di 10 pari.

arrivati!

con qualche ora di ritardo sono finalmente arrivati Beda Fabrizia e Aidan. sono scesi in albergo, hanno fatto qualche bagno in piscina e poi sono venuti a bordo. Le due Eileen a piedi, gli altri sono andato a prenderli io con il gommone alla spiaggia dell'albergo. Freddy è rimasto a riposare in albergo mentre Aidan era entusiasta di venire subito sulla barca che "non è bella, è magnifica!!!" Appena a bordo ha chiesto di poter dormire in barca, anche senza pigiama, anche se non aveva lo spazzolino da denti. e così abbiamo fatto il cambio (lo scambio, direbbe Freddy): Aidan in barca e Freddy in albergo.

 Ieri sera una rapida cena al marina e poi tutti a dormire, senza scopone. I fratelli hanno regalato a Aidan uno scorpione vero!!! di cui lui è rimasto molto contento

Durante la cena un gran colpo di cannone ha aperto ufficialmente il Ramadam. Questa mattina verso le quattro un altro colpo ha aperto il periodo di digiuno che durerà (liquidi compresi) fino al colpo di cannone delle 21 o giù di lì di questa sera. I bar e i supermercati sono comunque aperti.

San Lorenzo

Di solito in mare di stelle cadenti in queste notti se ne vedono tante da annoiarsi dopo le prime dieci. questa notte saremo in porto e forse non ne vedremo molte.
A Malta, più precisamente a Vittoriosa, nel Grand Harbour, per San Lorenzo si fa una grande festa che noi abbiamo visto stando comodamente seduti in barca nel nostro Marina preferito. Una settimana di fuochi d'artificio (chissà perché sparati soprattutto di giorno) e poi balli e musica. L'unica parola che abbiamo capito in tanti discorsi anche ufficiali è stata appunto "San Laurenzi".

oggi arrivano Beda, Fabrizia e il piccolo Aidan che ci dicono essere molto eccitato all'idea di essere anche lui sulla barca su cui i fratelli passano da cinque anni due settimane d'estate con gli zii.
dovremo pulire bene sia dentro che fuori. Eileen vuole fare bella figura col fratello, perché non pensi che teniamo i bambini in condizioni non igieniche, io voglio che la barca sia pulita anche all'esterno. Soprattutto spero che Beda non dica, come ha fatto Luca la prima volta che è salito a bordo, "Com'è piccola!" Sono sicuro che non lo dirà. Anche se, anno dopo anno, Donna Rosa che era una barca media ai suoi tempi, ora è quasi sempre la più piccola barca che entra in un marina, malgrado i suoi 10 metri e 15 centimetri fuori tutto. Ci consola il fatto che gli intenditori (anche su barche più grandi) quando dicono Grand Soleil 34, lo fanno con la stessa ammirazione con cui si guarda una vecchia jaguar, quella con il giaguaro rampante sul cofano.

l'equipaggio vuole andare a fare il bagno su una spiaggia fuori paese, subito a Nord del porto. Se riuscirò li andrò a prendere col gommone.
ieri abbiamo fatto una gita col gommone fuori dal porto e poi una specie di giro turistico a guardare le grandi barche del marina. improvvisamente il motore si è bloccato per via di un sacchetto di plastica che si è stretto attorno all'elica. l'abbiamo tolto e poi, come succede sempre, abbiamo faticato un po' a far ripartire il motore che, essendo stato alzato, si riempie troppo o si vuota troppo di benzina. l'equipaggio di una barca francese (che Freddy dice stesse bevendo champagne, con un vago mezzo accento sull'ultima sillaba) si è interamente voltato a guardarci tirare il cavo di accensione inutilmente. poi ci hanno fatto molti complimenti appena il motore è ripartito.

9 agosto

Sono appena partiti Giulia e Davide. Hanno preso un'auto a noleggio e vanno a fare un viaggio nell'interno, verso il deserto. li rivedremo la sera del 12. Ma siamo un po' tristi. Con chi faremo i prossimi campionati mondiali di scopone? Il Siugnor Soussi è stato gentilissimo, ci ha accompagnato a prenotare l'albergo per i Beda e l'auto per loro.
Abbiamo attaccato a Davide e Giulia i braccialetti 2010 fatti con una cimetta verde.
Intanto questa mattina abbiamo prenotato l'albergo per Beda, Fabrizia e Aidan: l'Hotel Ribat. che non è lontano dal Ribat vero di Monastir che si può vedere nella foto qui sotto.

8 agosto

Oggi restiamo a terra ma la giornata sarà pienissima.

Abbiamo accettato che un tappezziere locale che ha la bottega al Marina ci sostituisca la parte trasparente della capottina, ci faccia 6 copriparabordi (barbatages) e un nuovo copriranda azzurro. Per quanto la stoffa non sia regalata, costa sempre la metà che il Italia. è venuto lui a offrire il lavoro con tanto di book con le foto.

La mattina è stata dedicata al bucato, pur non essendo giovedì: ma ormai le buone regole della Navy sono andate a farsi benedire.

Anche Freddy partecipa (passivamente) alle pulizie personali, ma questa volta resiste senza piangere (anche perché l'operazione pulitura l'ha fatta la mano delicata di suo zio e non quella pesante della zia).

Abbiamo fatto una spesa e poi visitato un appartamento sul marina che affittano a giornate per i Beda. era carino ma non affacciava sul porto. Cercheremo alberghi.
(Beda, che è un pizzico ansioso, da quindici giorni ci chiede se abbiamo già prenotato l'albergo e noi gli rispondiamo di stare tranquillo, ma in realtà non l'abbiamo ancora trovato perché Eileen cerca un 15 stelle affacciato sul mare che costi come un 3 stelle in periferia: ma non è facile trovarlo. i migliori sono vicino all'aeroporto ma lontani dal marina).

Verso le 12.30 ci siamo recati in città. faceva già molto caldo.
Abbiamo visto da lontano il mausoleo della famiglia Bourghiba che sembra (ma non è) una moschea. Non si può visitarlo con i pantaloncini corti e quindi siamo tagliati fuori.

in un angolo del parco davanti al Mausoleo c'è un gruppo statuario di strani personaggi con le orecchie lunghe che abbiamo già visto senza mai capire cosa sono (le scritte sono solo in arabo). I bambini si fanno fotografare vicino a loro. li fotografiamo anche noi.

Fa molto caldo. Siamo  a rilento. Freddy si protegge dal sole con il cappello di Davide.

Ci informiamo da un grand taxi "climatisé pour 6 personnes" quanto costa andare a Mahdia. Prendiamo appuntamento per le 14.30 con rientro alle 18.30 per 80 dinari.Ci consigliano di mangiare al Roi du couscous ma è chiuso. Mangiamo al Café de la Medina: brik al tonno e dita di Fatima.

Vediamo un signore che carica un agnello vivo in un'auto malgrado lui non ne abbia tanta voglia.
(Niente in confronto all'esperienza di Damasco, quando ce ne hanno sgozzato uno davanti agli occhi).

L'autista del taxi arriva in ritardo e ci fa mal pensare. Nel frattempo un ragazzo con un falco ci offre di fare delle foto.

Arriva il tassista che parla benissimo italiano e poi ci passa a suo fratello che ci farà anche da guida e si rivelerà molto professionale e gentile  (ci ha persino fatto dei regalini: datteri freschi che lui dice non sono datteri, peperoni piccanti e gelsomini.

Durante il viaggio (rispondendo alle 728 domande di Eileen, a forza di "Est-ce que je peut vous poser une autre questione, monsieur?") ci racconta che suo fratello ha fatto il pizzaiolo a Salò, vicino a Brescia (infatti aveva un accento strano) ma poi è tornato perché in Italia non c'è più la solidarietà. Noi pensiamo che lui alluda all'atteggiamento verso gli extracomunitari, invece per esempio di solidarietà tunisina cita il fatto che la sua famiglia abita vicino alla madre vedova e che suo figlio quando torna a casa dalla scuola per prima cosa va a salutare la nonna e spesso mangia da lei.

Ci sentiamo in dovere di dare giudizi positivi sulla Tunisia e su come il paese si sta sviluppando. Lui risponde che ha fatto tutto Bourghiba e che l'attuale presidente si è limitato a proseguire. Alla domanda di Eileen su cosa sia l'anniversario del 7 novembre, l'autista ci spiega, con calma che il 7 novembre 1987 Ben Alì ha detto alla nazione che il Presidente Bourghiba era vecchio e malato e che andava sostituito per un periodo breve in attesa di un successore e che comunque lui non pensava di fare il Presidente a lungo. Sono passati 23 anni e Ben Alì è ancora al potere e i Tunisini sono scontenti.
Alla domanda di Eileen risponde: sì, è stato un piccolo golpe ma senza violenza. E allora perché i tunisini lo votano alle elezioni, se sono scontenti?
L'autista risponde che non c'è un'opposizione vera e le elezioni sono truccate. Dice che è andato a votare con suo figlio senza documenti spacciandolo per il fratello che invece stava in Italia. e poi ha votato una seconda volta con i documenti. e che quelli del partito del Presidente offrono da mangiare e da bere fuori dal seggio ai controllori della correttezza del voto e mentre questi mangiano immettono schede già votate nell'urna.

Ci avviciniamo a Mahdia.
Alla periferia l'autista (il signor Soussi si ferma e compra da un pescatore qualche chilo di aguglie, da fare con il cuscus, ci spiega. L'auto assume un odore vago di pescheria ma poi passa.

L'antica Mahdia è su una penisola separata da un canale dalla terraferma, esattamente come Siracusa e tante altre città greche. Ora ha una piccola medina, un Ribat e si vede ancora il vecchio porto il cui ingresso un tempo era chiuso da un grande portale.
La parte verso il mare della penisola è occupato da un grande cimitero ancora in funzione. L'autista (il Signor Soussi), ci spiega che le tombe sono tutte orientate a Sud perché il morto deve poter guardare verso la Mecca (non la testa orientata, come pensavamo noi). Poi ci spiega che i musulmani sono adagiati sul finaco destrao e non sulla schiena, sempre per lo stesso motivo: perché il volto possa essere rivolto alla Mecca.

Soussi vede che facciamo fatica a capire e ci mostra una piccola bussola che ha lui in macchina per quando deve pregare. L'ago segna Nord, naturalmente, ma sulla ghiera ha dei numeri particolari. Ci spiega che basta porre il Nord sul numero 27 (il numero vale solo per la tunisia) che la freccia disegnata sul fondo segna La Mecca.
Mi piacerebbe comprarne una ma pare sia difficile trovarle.

Abbiamo visitato il museo con sala romano-africana e sala di epoca contemporanea sugli abiti nuziali della zona, molto ricchi e colorati.

Al museo abbiamo comprato, per 10 dinari, una bella e grande testa di Venere in gesso.

Soussi (che manderemo a prendere Beda, Fabrizia e Aidan a Tunisi per 120 dinari: quasi la stessa cifra in Euro che ci ha preso il primo tassista di Hammamet) ci ha spiegato come comportarci correttamente durante il Ramadam. 1. non andare in giro poco vestiti: canottiera, costume, ecc.; 2. non fumare davanti a un tunisino (che non può); 3. non mangiare e bere vistosamente in pubblico davanti a chi sta facendo il Ramadam. I ristoranti a mezzogiorno sono chiusi tranne quelli per turisti, ma non è consigliabile andarci. La sera dopo il tramonto e l'apparire di 3 stelle è possibile tutto.
Cercheremo di comportarci bene: anche se Eileen è rimasta molto contrariata dal punto 2.

Eileen approfitta della sua gentilezza per chiedergli anche di risolverci un dubbio che abbiamo da due anni: chi sono quelle statue azzurre con le orecchie grandi che ci sono in tutte le città? Soussi spiega che sono dei fenice (volpi del deserto) che in televisione fanno sempre pubblicità per l'ambiente e l'ecologia e che sono molto popolari fra i bambini.

Ultima informazione interessante che ci dà è che il pesce tunisino è molto rincarato da quando viene esportato all'estero. Ci sono delle limitazioni nella pesca più severe che in Italia, ma i pescatori le eludono vendendo in  alto mare il pesce ai pescherecci italiani che non possono venire a pescare nelle acque tunisine.
Sulla via del ritorno ci fa visitare una piccola bottega in cui semplicemente macinano peperoni piccanti (poco piccanti, per loro, molto piccanti per noi) e piccantissimi.

Arrivati a Monastir M. Soussi ci fa vedere la piccola ma elegante casa natale di Bourghiba, che guarda il mare.


Alle 18.30 M. Soussi ci deposita al marina. Alytrettanto puntuale arriva il tapezziere per portarsi via la capottina. Ci  riposiamo un attimo e poi andiamo tutti insieme a fare una doccia rigenerante. A Sidi Bou Said, quando entrava una donna nei bagni pubblici, un signore bloccava l'ingresso ai maschi. Qui si fa tutti la doccia in uno stesso locale. Siamo comunque solo noi. Il locale è molto pulito.

Mangiamo, abbastanza male, in un bar sul marina (dove però fanno centrifughe di frutta mista buonissime) e facciamo una partita, mentre Davide e Giulia consultano la carta stradale per il loro viaggio nell'interno della Tunisia. Siamo tutti molto stanchi: infatti io e Freddy (i vincitori del campionato di bordo di scopone) perdiamo con infamia 21 a 18 contro le 2 Eileen.

Ben ritrovati!

Abbiamo visto che nel nostro blog ci sono nuovi lettori e vecchi (a)mici. ne siamo molto contenti.
Chissà se hanno il piede marino...
Chi non li conoscesse ancora, eccoli qua Paco a destra e Pepe a sinistra.

Dar Chakra

Ieri sera alle 9.30, abbastanza tardi per noi, siamo andati alla ricerca di un ristorante di cui ci parlava la guida e che si trova in centro città. Ci siamo avviati verso il grande Ribat passando fra molta gente (gruppi di giovani e famiglie con bambini) che scendeva verso il mare e taxi che ci suonavano per proporci di salire. Nel Ribat c'era uno spettacolo di danza con file di persone che cercavano di entrare e poliziotti dietro le transenne. Abbiamo chiesto loro indicazioni ma non ci hanno detto niente di utile. Abbiamo attraversato un giardino pubblico e chiesto di nuovo. Dar Chakra è vicino, subito dopo il negozio con le luci azzurre c'è una porta, si entra e lì c'è il ristorante. Siamo entrati nella medina e, dopo la porta, nel cortile del ristorante. C'era pienissimo di gente seduta ai tavoli nel cortile e anche dentro il ristorante che è ricavato in una vecchia casa risistemata. Ci dicono che c'è da aspettare una mezz'ora e non siamo i primi. Infatti nel cortile c'è molta gente in piedi e seduta che aspetta: famiglie intere con bambini che aspettano tavoli da 11 posti, gruppi di giovani che accettano di entrare nel locale, gruppi di donne. decidiamo di aspettare, ma la mezz'ora diventa un'ora e abbiamo l'impressione che qualcuno ci passi davanti anche se il cameriere ci dice che non è vero. inganniamo il tempo facendo lezioni di nodi (missino portato una cimetta a questo scopo) per evitare di ricadere nelle domande su Omero. dopo una lunga trattativa con un bambino che porta una maglia dell'inter compriamo 3 mazzi di gelsomini per un prezzo più caro del solito. i bambini vendono gelsomini a tutti anche non turisti: del resto lì di turisti ci siamo solo noi. alcuni sono troppo insistenti. Mi faccio l'idea che dove non c'è molto turismo siano più insistenti di dove ce n'è molto.


Arriva un ragazzo che vuole vendercene altri: per mia moglie dice, indicando Giulia. Quando gli dico che è mia figlia resta deluso e se ne va. Poi torna e chiede proprio a Eileen chi è Giulia.

Intanto il tempo passa, i nodi vengono appresi abbastanza decentemente, ma non c'è tavolo in vista per noi. Eileen comincia a innervosirsi e andare a protestare dal cameriere.

Il cameriere, molto gentile, dice che fra poco tocca a noi. una ragazza vestita di nero in lungo ma con i sandali e la testa scoperta e occhi molto belli appoggia Eileen nel contrasto col cameriere. Non capiamo cosa dice ma il tono è inequivocabile. La ragazza è assieme a un'altra completamente vestita di nero, scarpe comprese. le resta scoperto solo il volto. Anche la fronte è coperta dal velo che continuamente si aggiusta. Anche lei viene a dar man forte contro il cameriere. Ma lui risponde sorridendo e dicendo che manca poco. e' buffo: quando parlano fra loro sembra sempre che litighino, ma si fa fatica a litigare sul serio perché sorridono: anche quando hanno torto.

Alle 11 finalmente ci danno un tavolo sporchissimo di avanzi che poi ci puliscono decentemente. Ordiniamo una zuppa di pesce e dei pesci arrosto, come le ragazze in nero ci hanno consigliato. Il servizio è un po' lento ma mangiamo bene.
Anche le ragazze si siedono e prendono pesce ai ferri. notiamo che mangiano con le mani. quella completamente coperta (che non fa altro che aggiustarsi il velo sulla fronte e sulle guance) parla molto a lungo al telefonino, tenendolo appoggiato sul velo.
Negli altri tavoli ci sono famiglie con anziani e bambini che mangiano a lungo ricevendo portate nuove e continuando ogni tanto a intingere il pane nella salsa harissa. Le donne sono senza velo, alcune molto truccate, altre hanno veli colorati sulla testa che coprono i capelli e la fronte. le anziane hanno vestiti coloratissimi e capo coperto. una indossa un vestito che sembra quello di un mandarino cinese. i maschi hanno i pantaloni corti e una maglietta. i bambini portano krocs. le donne scattano e si scattano foto di continuo. I bambini giocano e si rincorrono fra i tavoli: i padri urlano ma non ottengono grandi risultati.
Adel (il meccanico di Hammamet) ci aveva spiegato che in Tuniasia ogni donna può coprirsi come vuole, a seconda del suo senso religioso, ma che difficilmente stanno insieme donne velate e donne scoperte. L'immagine che vediamo in questo cortile è diversa. Sono liberamente mescolate e stanno insieme anche fra amiche e in famiglia. Esattamente come avevamo visto ragazze completamente velate fare il bagno assieme a ragazze quasi in topless nella piscina vicino alla barca a Hammamet.

Chiedo ai ragazzi se piacerà a loro padre un posto così. mi rispondono che gli piacerà sicuramente. io mi immagino una scena in cui mio cognato Beda, che ci ha sempre aiutato al telefono quando i bambini si intristivano, gli anni scorsi, improvvisamente si intristisce anche lui e noi non sappiamo a chi telefonare…

Verso mezzanotte e mezzo abbiamo finito. paghiamo un conto di 131 dinari (70 euro circa) e rientriamo. Scendendo dal mare alla collina vediamo la moschea e un grande cimitero. questa volta la gente sale nella direzione opposta e sono soprattutto maschi.
C'è un'aria di festa o di vigilia. Non capiamo se è perché è sabato o perché si avvicina l'inizio del Ramadam.
all' una siamo di nuovo tutti in branda: tranne Freddy che (da vero marinaio) dorme sempre fuori in pozzetto.

Isole Kuriat

Torno ancora sulla burocrazia inutile. Siamo ormeggiati a Monastir. Abbiamo pagato in anticipo 4 giorni (non richiesti) per tranquillizzarli. Non è servito a nulla. per uscire con la barca e andare a fare il bagno alle isole Kuriat per poi tornare la sera bisogna fare tutti i documenti come se si lasciasse per sempre il marina. In ordine: andare in capitaneria ad avvertire, ritirare il documento fondamentale che è la dichiarazione di entrata, compilare una lista di passeggeri (uguale a quella che c'è sulla dichiarazione di entrata), pagare la sosta, passare alla polizia ad avvertire e da qui alla dogana. abbiamo più volte provato a dire che in Europa non è così, ci rispondono  "qui è diverso e queste sono le regole". Ho evitato di dirgli che nemmeno nella Turchia degli anni 80 bisognava avvertire le autorità per andare a fare il bagno qualche ora, ma è così.

Finalmente partiamo e decidiamo di andare a vela con una brezza da Est che ci costringe a fare 3 o 4 bordi. si viaggia a 5,5 nodi con un vento apparente di 10: non male. ingaggiamo una specie di regata a distanza con una barca di Palermo che poi perdiamo di vista. Giulia è al timone: orza sotto raffica e poggia quando cala.


Arriviamo alle 15 nello stretto tra le due isole dove ci sono già altre barche e l'acqua bassa è molto chiara.

Mangiamo pasta al pomodoro. Poi tutti dormono. Alle 5, breve gita in gommone all'isola grande di Giulia Davide e Lina. Al rientro un buon te e poi si salpa l'ancora e si torna a motore a Monastir.
Rotta 267, velocità 6 nodi, arrivo previsto 19.45.
Arriviamo con il sole appena tramontato.

  I fari del porto non sono molto visibili. Ma Freddy è vigile al timone.

 In porto ci fischiano per dirci dove andare ma noi torniamo al posto che avevamo in banchina. Dopo un quarto d'ora arriva un poliziotto che ci fa sempre le stesse domande e ritira il documento di entrata. Sale a bordo con le scarpe di cuoio legge il documento come se non l'avesse mai visto e mi chiede se per caso ho dei razzi scaduti da dargli per il suo matrimonio. Io penso di non capire bene: "mariage?" lui mi spiega che si deve sposare e gli fa comodo avere dei fuochi d'artificio. Apro a caso un cassetto, con l'idea di perdere un po' di tempo e vedere cosa dice, invece trovo due razzi di segnalazione. gliene do uno. lui legge le date di scadenza o finge di farlo e dice che va bene e se ne ho un altro. gli do anche il secondo, ringrazia e si alza. mentre ci salutiamo dice che se vogliamo uscire ancora dobbiamo passare a prendere la dichiarazione d'entrata da lui in ufficio. gli rispondo che lo sappiamo già.